Il cimitero polacco di Casamassima e uno dei quattro cimiteri militari in Italia dove risposano i soldati del 2° Corpo d’Armata. Ecco la sua storia.
Nei primi di maggio 1944 , nella cittadina di Casamassima, in Puglia, fu aperto il ospedale militare che crebbe subito fino a diventare il più grande complesso sanitario per i soldati del 2° Corpo d’Armata polacco che combattevano nella campagna militare tra il 1943 e il 1945 sulla penisola appenninica.
Questo complesso di edifici adempì alla funzione di ospedale anche dopo la fine della guerra fino al trasferimento, nel 1946, dei reparti del Corpo in Gran Bretagna. La sua funzione specifica rese necessario erigere un cimitero per i soldati.
La prima struttura dell’ospedale (in cui lavoravano molti medici specialisti di alto rango, infermiere e volontarie del Servizio ausiliario femminile – nel momento di impegno più grande si arrivò ad avere 270 donne nel personale) aprì il 4 maggio 1944, poco prima dell’inizio dell’attacco polacco nella battaglia di Montecassino. Proprio qui, a Casamassima, confluivano i trasporti principali dei soldati polacchi feriti gravemente nel massiccio di Monte Cassino e in seguito anche quelli dei soldati che parteciparono alla campagna adriatica. In entrambi i casi, ma soprattutto nella battaglia di Montecassino, le grandi distanze dal campo di battaglia e il limitato accesso alle strade italiane costringevano a organizzare dei collegamenti diretti e privilegiati degli Stati maggiori con un trasporto su ruota (ambulanze) e casi isolati di collegamento via aereo (aeroambulanza) con l’areoporto di Gioia del Colle situato sulla tratta Bari-Taranto. Proprio da questo areoporto i soldati feriti venivano distribuiti tra gli ospedali di Casamassima e di Palagiano (3° Ospedale militare) sul Mar Ionio. Durante la battaglia di Montecassino tutti i trasporti dei soldati feriti erano distribuiti dal 6° Ospedale militare polacco di Venafro a Campobasso (2° Ospedale militare), Casamassima e Palagiano.
La disponibilità di letti nell’ospedale di Casamassima era di 1200 unità, ma nei momenti più intensi delle attività belliche in Italia furono accolti e curati mensilmente fino a duemila soldati feriti e malati. Tra i cognomi dei medici che lavorarono a Casamassima vale la pena ricordare il dott. Jerzy Kanarek, il dott. Jan Kochanowski, il dott. Adam Gołębiowski, la dott. Irena Kocowicz, il dott. Kryński e il dott. Pajes, ma soprattutto il dott. tenente Tadeusz Sokołowski che dopo la guerra tornò in Polonia e continuò il suo lavoro nella clinica universitaria di Stettino. Bisogna anche ricordare che i medici polacchi si occuparono, nonostante ciò non rientrasse nelle loro mansioni, della popolazione locale, lasciando tra gli abitanti di Casamassima e dintorni un buon ricordo e un senso di grande gratitudine sentito fino ai giorni nostri. Molti anziani della zona devono al sacrificio dei medici polacchi la vita. L’aiuto a reperire gli alimenti, fornito dai sottoreparti del Corpo polacco del generale Władysław Anders che erano nella zona, inoltre, consentì molte volte ai civili di sopravvivere ai momenti più difficili di limitazioni e razionamenti di guerra.
Un luogo particolare e simbolico che allo stesso tempo costituisce anche un promemoria eterno dei fatti di poco meno di settant’anni fa è il Cimitero militare polacco di Casamassima, in cui riposano i caduti del 2° Corpo del generale W. Anders. Il cimitero di Casamassima è la prima struttura (nel maggio 1944 oltre a questo furono aperti nel retroterra più vicino al fronte di Montecassino due cimiteri provvisori: ad Acquafondata, destinato ai reparti della 5 a Divisione di Fanteria Kresowa e a San Vittore del Lazio per la 3a Divisione Fucilieri dei Carpazi) eretta dai genieri del 2° Corpo polacco e dedicata alla tradizionale tumulazione dei defunti. A causa di questioni tecniche e organizzative, dovute alla struttura geologica, visto che tutta la Puglia è situata su un suolo indurito (cosiddetto tavoliere delle Puglie) fu difficile trovare il luogo adatto alle tombe. L’unico posto che lo consentì fu il territorio nelle vicinanze di Casamassima. Per la costruzione fu usato principalmente il materiale del luogo, ovvero il tufo (conosciuto anche come tufo delle Morge) che ha visto un ampio uso nell’edilizia di questa regione già da molti secoli. Negli altri cimiteri del 2° Corpo polacco in Italia, quindi a Bologna, a Loreto e a Montecassino fu invece impiegato soprattutto il travertino cosa che permette di affermare che il monumento a Casamassima ha un carattere speciale e si distingue dal punto di vista del materiale utilizzato.
Inizialmente nel nuovo cimitero di Casamassima tutti gli elementi di tufo erano stati dipinti a scopo decorativo e protettivo di bianco, come confermano le fotografie d’archivio (foto della collezione dell’autore).
Il progetto del Cimitero militare polacco di Casamassima è a pianta rettangolare diviso da viali che si intersecano a forma di croce. Il punto centrale del cimitero è l’altare con l’immagine della Madonna della porta dell’Aurora di Vilnius. Al di sotto del dipinto è posta l’iscrizione «NE VI IUS OPPRIMATUR FORTITER ET NOBILITIER CECIDERUNT» (Non distrutti dalla forza della legge, caduti coraggiosamente e nobilmente). L’iscrizione precedente collocata in questo luogo era: MORTI PER L’IDEA CHE NEL MONDO LA FORZA NON AVESSE LA SUPREMAZIA SULLA LEGGE (foto d’archivio dell’autore).
L’altro luogo di questo cimitero che ne concilia lo scopo e l’aspetto è il suo ingresso principale con gli stemmi del 2° Corpo polacco, le date 1943 – 1946 e la scritta BONUM CERTAMEN CERTAVI FIDEM CONSERVAVI – IDEO REPOSITA EST MIHI CORONA IUSTITIAE, che è una citazine diretta della Seconda lettera di San Paolo a Timoteo: «Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta solo la corona di giustizia». Vale la pena soffermarsi su questo pensiero, visto che parla di custodire e portare a termine ilcompito assegnato prendendo a modello il buon soldato che combatté contro il male che si propagava, contro la perfidia umana e l’eresia.
Al cimitero di Casamassima in una delle oltre 400 tombe riposava il famoso comandante della difesa di Westerplatte, morto nell’agosto 1946, maggiore Henryk Sucharski, che dopo la fine della guerra fu nominato comandante del 6° Battaglione Fucilieri dei Carpazi.
Nel 1971 i resti del comandante furono riesumati e trasferiti in Polonia e l’urna contenente le sue ceneri fu sistemata a Westerplatte. Nelle restanti 421 tombe (il numero è stabilito in base al piano generale del cimitero; in altre fonti sono riportati anche i numeri 430/431, come per esempio nel volume «Przewodnik po polskich cmentarzach wojennych we Włoszech» – Guida ai cimiteri militari polacchi in Italia – di A. Studziński che riporta l’elenco di 427 cognomi di soldati) riposano i caduti nella battaglia sul fiume Sangro e Volturno, di Montecassino e nella campagna adriatica, morti negli ospedali di Bari e Napoli, gli aviatori della 1586 a Squadriglia Polacca di Brindisi e i soldati morti dopo la fine dei combattimenti in Italia.
Ogni anno, il 2 novembre, al Cimitero militare polacco di Casamassima si tiene la messa solenne con la partecipazione dei rappresentanti diplomatici polacchi in Italia, dei rappresentanti delle amministrazioni provinciali e locali, di una delegazione dell’esercito italiano insieme alla Compagnia d’onore del 7° Reggimento dei Bersaglieri di Bari, oltre a quella di numerose schiere di pellegrini. La cerimonia al cimitero è abbinata anche all’inaugurazione ufficiale, che avviene nelle ore pomeridiane, delle diverse edizioni della mostra di fotografie e ricordi della guerra intitolata «La Puglia dei polacchi dal 1944 al 1946» organizzata grazie alla dedizione e all’impegno di tre studiosi amatoriali del luogo – della Żaneta Nawrot, di Gianluca Vernole e di Stefania Castellano – sotto il patrocinio dell’amministrazione locale, dell’Ambasciata polacca a Roma e dell’Università di Bari, che dal 2009 collabora con la Pomorska Akademia Medyczna (Accademia medica della Pomerania) in cui nel periodo postbellico il dott. ten. T. Sokołowski si dedicò alla continuazione del suo lavoro.
I soldati del gen. Anders ancora in vita sono ormai pochi, ma la testimonianza che hanno lasciato a noi e alle generazioni future è grande e importante. Il nostro dovere è di rendere il loro insegnamento eterno.
Krzysztof Piotrowski © Tutti i diritti riservati
Titolo originale: Polski Cmentarz Wojskowy w Casamassima
traduzione: Ilaria Banchig e Adrian Mroczek
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