“Nell’occasione delle celebrazioni del Millennio del Cristianesimo in Polonia , l’Osservatorio Astronomico di Roma, depositario di una eccezionale raccolta di cimeli copernicani, non poteva mancare di ricordare il fondamentale contributo portato all’astronomia dal grande ed immortale figlio di Polonia, Nicolò Copernico.” – scrisse il prof. Massimo Cimino nella Presentazione del Catalogo della Mostra dei Cimeli Copernicani organizzata dal Museo Copernicano ed Astronomico dell’Osservatorio Astronomico a Roma nel dicembre del 1966.
Nell’occasione del 550° anniversario della nascita di Niccolò Copernico vogliamo ricordare l’evento del 1966 che oltre a essere un omaggio al genio universale di Copernico, fu anche l’espressione della viva simpatia degli italiani per il popolo polacco.
Il Catalogo della Mostra di Cimeli Copernicani (riccamente illustrato) è consultabile online.
Qui sotto riportiamo la Presentazione del Catalogo scritta dal direttore dell’Osservatorio Astronomico di Roma il prof. Massimo Cimino.
PRESENTAZIONE
Nell’occasione delle celebrazioni del Millennio del Cristianesimo in Polonia, l’Osservatorio Astronomico di Roma, depositario di una eccezionale raccolta di cimeli copernicani, non poteva mancare di ricordare il fondamentale contributo portato all’astronomia dal grande ed immortale figlio di Polonia, Nicolò Copernico.
Ma non è questa la prima volta che l’Italia onora l’illustre astronomo polacco; già nel 1873, in seguito ad una proposta del prof. Berti ed all’appello del Rettore dell’Università di Roma, professor Filippo Serafini ebbero luogo il 19 febbraio di quell’anno le celebrazioni della ricorrenza del quarto centenario della nascita di Copernico. Nell’occasione un busto dell’astronomo fu ordinato allo scultore polacco Wiktor Brodzki dal Ministero della Pubblica Istruzione On. Scialoia. Il busto avrebbe dovuto inoltre costituire il primo elemento di un Museo Copernicano, che accogliesse le donazioni e le offerte di enti e privati cittadini italiani e polacchi.
Circa un mese dopo quelle celebrazioni, lo stesso Rettore Serafini volle prendere l’iniziativa di scrivere, anche a nome del Ministero, al celebre scrittore polacco J. I. Kraszewski vivente a Dresda, per invitare i cittadini polacchi ad aiutare, con donazioni o sottoscrizioni la fondazione del progettato Museo, proponendo come sede la città di Roma, ove Copernico aveva dimorato negli anni 1499-1500, tenendo anche una conferenza sul suo celebre sistema cosmologico alla presenza del Papa Alessandro VI. Contemporaneamente il Serafini interessò all’iniziativa anche il Dr Arturo Wolynski, studioso polacco residente a Firenze, appassionato collezionista di cimeli copernicani, il quale aderì subito all’idea. Da questa iniziativa e collaborazione nacque così il Museo Copernicano che, col nome di Museo Astronomico e Copernicano è attualmente custodito nella sede di Monte Mario dell’Osservatorio Astronomico di Roma.
Le vicende della nascita e della Vita del Museo possono essere brevemente così riassunte: per l’opera infaticabile del Wolynski furono sollecitati e raccolti, negli anni 1873’1877, numerosi doni e sottoscrizioni, e molti polacchi, specialmente artisti come il Godebski, il Brodzki, il Rygier, il Siemiradzki risposero entusiasticamente all’appello, inviando busti, libri, quadri, medaglie, oggetti per il nuovo Museo. I nomi dei donatori polacchi furono incisi ai lati del piedistallo del grande busto in marmo di Copernico dallo scultore Teodoro Rygier, che si trova attualmente nella sala d’ingresso dell’Osservatorio Astronomico di Monte Mario. Nella parte destra del piedistallo sono incisi i nomi dei donatori delle zone orientali della antica Polonia (Valinia, Ucraina, Vilna, ecc.) e nella parte sinistra quelli dei donatori di Varsavia. Il 15 febbraio 1877 fu istituita una Commissione presieduta dal Rettore presieduta dal Rettore pro tempore dell’Università di Roma, prof. Gaetano Valeri e composta degli Onorevoli Domenico Berti, Cesare Correnti, Quintino Sella, deputato al Parlamento, Pietro Blaserna, Onorato Occioni e Lorenzo Respighi, quest’ultimo professore di Astronomia all’Università di Roma e Direttore dell’Osservatorio Astronomico sul Campidoglio, coll’incarico di provvedere ai locali ed ai mezzi per la conservazione dei preziosi cimeli raccolti.
Al nuovo Museo, che per l’interessamento del P. Angelo Secchi, Direttore dell’Osservatorio del Collegio Romano, trovò posto provvisoriamente in un locale del Collegio stesso, venne assegnato il compito più vasto di iniziare la raccolta di cimeli e documenti relativi all’astronomia italiana, di provvedere alla pubblicazione di un Bollettino speciale per informare le istituzioni scientifiche dello stato e del progresso del museo, sollecitare i doni necessari per completare la raccolta del Wolynski e promuovere così un vero e proprio Museo Astronomico. E così il Museo, divenuto intanto il Berti dell’Agricoltura e Commercio, e nominato il Wolynski conservatore a vita, assunse nel 1882 il nome ufficiale di Museo Copernicano ed Astronomico.
Collocato nel Collegio Romano in otto sale ed una tribuna, il Museo comprendeva come nucleo principale la collezione copernicana del Wolynski, da lui stesso donata al Governo italiano nel 1879, con 540 manoscritti ed opere varie, un centinaio di medaglie ed altrettante monete legate alla storia copernicana e polacca, 18 sculture in bronzo, marmo, terracotta, 33 quadri, ritratti, incisioni, strumenti scientifici, ed un album con 250 ritratti di Copernico; ingranditosi negli anni successivi per l’interessamento di numerose personalità, – tra cui ci limitiamo a ricordare il Ministro della Pubblica Istruzione Michele Coppino, che donò al Museo la collezione di Virgilio Spada, contenente tra l’altro 40 strumenti della metà del XVII secolo ed il principe Don Mario Chigi, che offrì microscopi, sfere armillari ed altri strumenti per meteorologia -, il Museo ricevette un ulteriore sviluppo per l’opera di Pietro Tacchini, successo a P. Secchi nel 1879 alla direzione dell’Osservatorio del Collegio Romano. Il Tacchini raccolse moltissime rare pubblicazioni, autografi di astronomi italiani e stranieri, ritratti di astronomi italiani ed una quantità di globi, strumenti ecc., che egli riusciva a reperire presso piccoli negozi di antiquari dell’epoca. Tra i donatori ricordiamo ancora il prof. Gaetano Cacciapuoti che offrì 54 volumi in foglio ed un carteggio di astronomi, ed i professori Brioschi di Napoli, Bukowski di Stoccolma, Favaro di Padova, Millosevich di Roma, Rystard di Cracovia, e molti altri. Il valore delle collezioni del Museo, comprendente 2.506 oggetti diversi, fu stimato nel 1887 in L. 60.000.
Deceduto il Wolynski il Museo passò, come si è accennato, sotto la direzione del Tacchini, e nel 1923, con la soppressione dell’Osservatorio Astronomico del Collegio Romano, esso venne assegnato all’Osservatorio Astronomico di Roma sul Campidoglio, alla direzione del quale era stato chiamato l’anno precedente il Prof. Giuseppe Armellini, ed infine trasportato nel 1935 all’Osservatorio Astronomico di Monte Mario. Attualmente tutto il Museo è in una fase di completo riordinamento ed ammodernamento degli impianti, nel quadro dello sviluppo dell’Osservatorio Astronomico di Roma.
La Mostra che presentiamo comprende soltanto il nucleo copernicano del Museo, e costituisce una piccola, seppure sostanziale parte, degli importanti strumenti, libri, cimeli raccolti nel Museo. La sua preparazione scientifica è dovuta essenzialmente alla generosa iniziativa e all’opera assidua della Dott.ssa Chełkowska, diplomata all’Università Cattolica di Lublino in Polonia e all’Istituto Centrale di Restauro di Roma e del Padre Rostworowski S. J. Della Radio Vaticana, i quali con rara competenza ed abnegazione si sono voluti assumere tutto il faticosissimo compito di scegliere, riordinare, ripulire e restaurare gli oggetti esposti, eseguendo anche ricerche storiche e bibliografiche sull’argomento. All’organizzazione ha cooperato validamente la professoressa Maria A. Giannuzzi, astronomo capo dell’Osservatorio di Roma.
Questa Mostra vuole essere, in primo luogo, un omaggio al genio universale di Copernico; nell’occasione del millennio dell’avvento del Cristianesimo in Polonia, essa vuole essere anche l’espressione della nostra viva simpatia per il popolo polacco, al quale ci legano tanti vincoli di storia, di cultura e di spirituale vicinanza.
Prof. MASSIMO CIMINO
Ordinario di astronomia all’Università di Roma
Direttore dell’Osservatorio Astronomico di Roma
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