“Quest’opera, a fondo artistico-culturale, vuole soprattutto supplire all’imperdonabile silenzio di Roma su questa illustre famiglia polacca che diede i natali a Stanislao-Augusto, ultimo re di Polonia, e che vi regnò nel trentennio 1764-1795, anni del più grande interesse per le vicende europee.
In particolare poi lo studio riguarda la vita di Stanislao Poniatowski, nipote del re, che avrebbe dovuto succedergli, e che nato a Varsavia nel 1754 morì a Firenze in volontario esilio nel 1833, passando a Roma oltre un ventennio, dopo avervi fatto più soggiorni già in precedenza. Cultore d’arte e appassionato mecenate e collezionista, la sua immensa fortuna gli permise di raccogliere marmi di scavo, dipinti antichi e del suo tempo, gemme incise, che riunì nella sua villa romana di via Flaminia, nella quale si servì del Valadier per costruzione ex-novo e per riattamenti sostanziali. Della sua effige resta il ritratto di Angelica Kauffman, e le incisioni del Bettellini e del Pinelli da quello derivate. Leggibile con l’interesse d’un romanzo, il libro è articolato in dieci vasti capitoli, ciascuno corredato da numerose illustrazioni, per lo più non edite, note, bibliografia e un’ampia raccolta di documenti, di lettere in cui si precisano ancora di più le personalità che ebbero un ruolo importante nel campo della politica, della musica, della poesia e delle arti figurative, plastiche e dell’architettura.
Dal suo personale archivio, da quello Vaticano, da quello residuo dei Poniatowski di Francia, da altri di Polonia e in biblioteche italiane ed estere, l’autore ha saputo estrarre, in oltre un decennale di ricerche, una miniera di notizie per le relazioni interessanti i rapporti intercorsi fra Roma e Varsavia nella seconda metà del Settecento, e quindi del periodo di quella massima rinascita culturale polacca, cui si opposero man mano le tristi vicende politiche che portarono ai suoi smembramenti e all’abdicazione del re che, soprattutto agli artisti italiani, diede massimo credito e lavoro.
Questo libro di Andrea Busiri Vici, noto architetto e cultore d’arte e di patrie memorie, e che specie a Roma ha dedicato tanti suoi scritti, oltre a colmare sifatta lacuna, è unico per l’argomento, e un completo integrativo essenziale per ‘L’Europa des Lumières’.” (Tratto dalla copertina del libro)
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